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La seconda versione differisce dalla prima per la girante rigata da 62 mm realizzata in pressofusione identica a quella del P2 e molti altri. Questa versione monta un archetto di "ultima generazione", in netto contrasto con il corpo praticamente realizzato a mano e dove risultano evidenti i segni degli aggiustamenti eseguiti per rimediare ad una rozza fusione.
La mia impressione è che questa "accozzaglia" sia il frutto di un assemblaggio eseguito con resti di magazzino (i corpi) uniti a giranti "riqualificate" proprio quelle che sostituirono questi primissimi modelli dieci anni più tardi. A suffragare ulteriormente la mia ipotesi vi è la verniciatura, operazione inimmaginabile in epoca prebellica ma comunque originale. In questa variante, è sparita la dicitura "MADE IN ITALY", forse un bene, visto che la stessa risultava scritta capovolta.
Ho rilevato inoltre un particolare e alquanto curioso dettaglio riguardante l'antiritorno, di preciso la parte terminale del comando. Il perno del dispositivo, è a sezione quadra, questo accorgimento evita la rotazione durante l'utilizzo. L'estremità di questo ha una parte filettata nella quale è avvitato il piccolo pomo zigrinato. Questo filetto, non è sufficientemente lungo per ritrarre il dentino che vincola la corona e pertanto il sistema risulta non funzionante. L'antiritorno risulta così bloccato, ma se teniamo in trazione manualmente il suddetto pomo, operazione particolarmente improbabile da eseguire visto che si trova proprio dal lato della manovella, il sistema funziona (vedi foto). |
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Con il pomo completamente avvitato, l'antiritorno resta inserito, ma se manualmente mettiamo in trazione il perno il congegno funziona. |
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Renzo Di Paolo - Giugno 2012
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