<< Le origini dello Spinning ...  
Questo interessante articolo è stato a suo tempo redatto dell'amico Giorgio Cavatorti e descrive in sintesi le "origini della pesca a spinning" e le primissime attrezzature ideate.
Per una migliore esposizione nella scheda ho aggiunto al testo le immagini (recuperate dal web) che in qualche caso potrebbero non riferirsi perfettamente agli esempi elencati ma che ne rappresentano comunque l'idea.
di Giorgio Cavatorti
 
Hardy Bros - pearl devon minnow
Hardy: "pearl devon"
"Spinning" è un vecchio termine della lingua inglese che nell'ambito della pesca sportiva identifica il lancio e il recupero veloce della lenza pescando con il "devon".
Nell'uso corrente americano, invece, il termine indica la "pesca al lancio" in modo molto più generico.
Storicamente il principio dello spinning venne concepito molti secoli fa. Sono stati, pare, gli indiani d'America Siwash, del nord -ovest, ad avere per primi l'idea di usare una lenza avvolta ad una struttura di legno, presumibilmente conica. Il pescatore teneva con una mano questo attrezzo, e con l'altra lanciava l'esca; il filo si srotolava dal rocchetto trascinato dal peso dell'esca.
Gli iberici all'inizio dell'Ottocento usavano a loro volta un rocchetto in giunco intrecciato (nello stesso modo) degli indiani Siwash. Gli scozzesi, invece, utilizzavano un cestino legato alla cintura: la lenza era all'interno e si srotolava con il lancio. Questo ricorda molto l'accessorio per la pesca a mosca moderna in cui viene messa la coda di topo per lo "shooting".
 
Henshall James Alexander 1836-1925
James Alexander Henshall - (1836-1925)
Nel 1895 la rivista americana "Forest and Stream" pubblicò le raccomandazioni di J.A.Henshall sulla canna da lancio per il black bass. Egli affermava che non erano più necessarie canne lunghe e pesanti, ma bastava una canna di tre metri da maneggiare con una mano. Henshall, allora mostro sacro della pesca, affermava che una canna lunga e flessibile era il massimo per la mosca, mentre una canna corta e rigida era l'ottimale per la pesca al lancio.
 
C.F. Orvis - 1831-1915
Charles Frederick Orvis - (1831-1915)
ORVIS
Questi suggerimenti furono presi alla lettera da C. F. ORVIS che iniziò la produzione di canne corte e rapide, prima nel Vermont, per poi esportarle nel resto degli Stati Uniti. Questo pare sia stato l'inizio della tecnica a spinning per quanto riguarda le canne.
 
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Whitehall: modello "Buel"
Il primo cucchiaino commerciale in vendita sembra, invece, da attribuire a Whitehall (New York) con il modello "Buel", questo almeno dieci anni prima della guerra di secessione. Questo artificiale consisteva in un pezzo di metallo triangolare che girava su un perno al termine del quale era montata un'ancoretta coperta di piume bianche e rosse. Quest'esca veniva raccomandata per lucci e black bass, più avanti entrarono in commercio diversi artificiali affondanti.
 
skinner spoon
Esempio di "skinner spoon"
 
four brodhers spinner
Esempio di "four brodhers spinner"
 
Nel tardo Ottocento lo "skinner spoon" e il "four brodhers spinner" diedero un grande contributo all'evoluzione di questa tecnica, e grandi innovazioni si ebbero anche nelle esche da pesca in superficie.
 
James Heddon - 1845-1911
James Heddon - 1845-1911
Si dice che sia stato J. Heddon ad inventare e divulgare l'esca galleggiante per il black bass negli Stati Uniti. Si racconta infatti che un giorno, verso la fine dell'estate, egli sedeva in riva al fiume dopo una giornata di pesca e, mentre aspettava un compagno, passava il tempo ad intagliare un pezzo di legno. Quando giunse l'amico, il legno di Heddon era ridotto alla misura di un sigaro e James lo gettò nel fiume, ma lo vide scomparire per qualche istante: un persico trota lo aveva aggredito e naturalmente risputato.
James Heddon - modello Dowagiac
Heddon - modello: "Dowagiac"
L'episodio diede l'idea a J. Heddon di costruire esche galleggianti e il primo artificiale lo chiamò "DOWAGIAC", come il fiume che gli diede l'ispirazione.
L'esca venne messa in commercio con i colori della bandiera americana: corpo bianco, collare rosso ed estremità blu. Questo artificiale segnò l'inizio di una grande azienda, che produsse per molti anni gli artificiali più innovativi e funzionali del mercato americano. Un quadro contenente una ventina di artificiali antichi di Heddon è stato battuto ad un'asta in America l'anno scorso a circa 25 milioni di lire.
La fabbricazione di artificiali iniziò con il legno, ossa anche umane, conchiglie per poi passare a diversi materiale come il sughero e il crine per le piccole imitazioni di insetti e all'ottone e al rame per i modelli affondanti.
Hardy Bros esca 'Special Phantom' c1910
HARDY's - 1 ¼" Special Phantom - anno 1910
In questo campo furono senza dubbio gli inglesi a introdurre grandi innovazioni. Piccoli modelli come il "Phantom Minnow" prodotto dalla Hardy alla fine dell'Ottocento risultano tutt'oggi capolavori di ingegneria dinamica e bellezza.
 
MALLOCH'S  SIDE-CASTER
MALLOCH'S "SIDE-CASTER"
 
Illingworth No.1 casting reel of 1905
Illingworth N.1 - 1905
 

Anche per quanto riguarda i mulinelli è in Inghilterra che troviamo i passaggi più significanti nell'evoluzione dello spinning. Alla fine dell'Ottocento con il mulinello "MALLOCH'S SIDE-CASTER" gli inglesi rivoluzionarono la tecnica del lancio semplificandolo e nel 1903 Alfred Illingworth costruì il primo mulinello a bobina fissa ad ingranaggi. Nel 1908, dopo avere vinto il torneo internazionale della pesca al lancio, Illingworth perfezionò il suo mulinello aggiungendovi la manovella. Innumerevoli articoli sulle riviste di pesca di allora considerarono questo nuovo "marchingegno" un "arma" troppo pericolosa in mano ai pescatori e le autorità arrivarono perfino a limitarne l'uso per un breve periodo. Più avanti la lega leggera rimpiazzò l'ottone e la bakelite per la fabbricazione dei mulinelli migliorandone maneggiabilità e resistenza, mentre le prime resine artificiali sostituivano il legno decorato a mano degli artificiali. All'inizio degli anni Cinquanta si hanno le prime vendite in Italia di attrezzature da spinning. Un grande contributo viene dato dall'azienda RAVIZZA di Milano. Questa ditta nacque come importatrice di armi nel 1871 per opera del Sig. Angelo Ballotti, ma fu grazie al ragionier Carlo Ravizza che nel 1910 iniziò un'importante crescita. Già agli inizi del 1960 infatti l'azienda è leader nella distribuzione di articoli da caccia e pesca, merito anche di uno splendido catalogo oggi preda ambita dei collezionisti di antiche attrezzature da pesca. All'interno di questo catalogo verso la fine degli anni Cinquanta compaiono le prime canne da lancio della Hardy inglese, Pezon et Michel francesi e Dam tedesche. Troviamo anche svariati cucchiaini della ditta Netts, i famosi Mepps "Aglia", i Dam "Pepita",i Veltic e gli Alcedo italiani; questi ultimi però non passeranno alla storia come invece i mulinelli prodotti e distribuiti in tutto il mondo da questa azienda. Una Buona parte del catalogo è dedicato ai mulinelli inglesi e francesi, ma con un'occhio di riguardo anche per quelli di fabbricazione italiana come Ofmer, Niagara, Cargem, Nettuno e ovviamente Alcedo. Dopo la grande scoperta del nylon durante la seconda guerra mondiale tutto è stato semplificato, portando molti nuovi pescatori alla scoperta di questa tecnica di pesca. Personalmente ritengo che al momento, vista anche la condizione assai drammatica dei nostri fiumi, si potrebbe promuovere maggiormente l'utilizzo dell'amo singolo anziché la classica ancoretta. Questo cambiamento porterebbe subito a una minore mortalità nei pesci di piccola taglia, e con il tempo darebbe probabilmente la possibilità di pescare in numerosi fiumi esteri oggi riservati solo alla pesca a mosca.

Sergio Di Marco - Giugno 2023
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