Questo bellissimo mulinello è considerato l’archetipo della produzione Ofmer, non sappiamo se il 266/E che ne è la versione modesta, sia nato per primo e poi sviluppato nel 211/N oppure se sia stato effettivamente la sua versione economica.. io sono propenso alla seconda ipotesi.
La mirabile meccanica, è degna della migliore tecnologia Made in Italy, invito gli scettici che inorridiscono al solo nominare il nome Ofmer, a visionare attentamente le relative foto. Essa è composta da ingranaggi elicoidali, dove il pignone è in acciaio, la corona in ottone, reca all’esterno un pignone supplementare e all’interno un ingranaggio a dente di sega, per il sistema antiritorno, entrambe in acciaio. Il meccanismo è completato dagli organi di movimento dell’alberino <<alloggiati nel coperchio>> composti da un riduttore di velocità che prende il movimento dalla corona principale, e attraverso un apparato a tre lobi lo trasforma in moto rettilineo e lento, assistito da una slitta, collegata all’alberino. La prima versione è inconfondibile nella sua forma “unica” mai uguagliata in tutta la produzione mondiale, si riconoscono il piede con il ferma-dito, il gambo tubolare inclinato in avanti di 15°, con l’attaccatura nella parte inferiore del corpo, ne risulta così completamente sbilanciato in alto, motivo questo per il quale la maggior parte dei rari esemplari rinvenuti, hanno il gambo riparato.
Il colore è il classico grigio-verde anodizzato, la manovella è pieghevole dal caratteristico pulsante di sblocco, quella in foto monta il rarissimo pomo bianco.
La bobina concolore in alluminio, è a pulsante marcata S 200 (61,5 x 27,5) con il caratteristico innesto a stella che si impegna nella corrispondente spina posta sull’alberino.
Infine l’originale pulsante di sblocco dell’antiritorno, costituito da un elementare cilindretto che al suo interno porta una camma (banale aumento di diametro), che comanda il cricco, con la semplice traslazione dello stesso da un lato all’altro del corpo.
Concludo con una considerazione da collezionista Ofmer: << è difficile tradurre in parole la sensazione che trasmette questo oggetto una volta ottenuto dopo anni di tentativi e ricerche >> quasi si ha paura di toccarlo, si adottano tutte le cautele per evitare di rovinarlo, per poi forse svanire come in un sogno.
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Renzo Di Paolo - giugno 2013 - ultimo agg.nto febbraio 2015 |
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