Si tratta di un rarissimo mulinello, conosciuto tuttora in quattro esemplari, praticamente identico al Pelican 100 della ZANGI.
La differenza che subito salta all'occhio riguarda il pomello della manovella (in gomma a forma di parallelepipedo, ad un attento esame solo somigliante, ma non uguale, ai pomelli di alcuni prodotti Alcedo e Spem). I quattro esemplari sono tutti anodizzati. Si tratta, come si può evincere da cataloghi e pubblicità dell'epoca, di una finitura "anodizzata lucida", più complicata e costosa da realizzare rispetto ai suoi "fratelli" Orvis 100 e Pelican 100, anche se col tempo e l'usura i pochi esemplari rinvenuti l'hanno in parte perduta. La colorazione comunque non è uguale per tutti; in un esemplare tende al blu scuro e negli altri tendenzialmente al grigio, con diverse tonalità, dovute in parte anche all'età ed all'utilizzo, come accennato sopra.
L'esemplare tendente al blu scuro presenta la scritta "Made in Italy Patent" sul corpo, nella medesima posizione del Pelican 100. Altri due esemplari, che ho potuto vedere, non presentano alcuna scritta. Tutto il resto è esattamente uguale al suddetto Pelican 100.
Vi è un catalogo, datato 1955 e distribuito in America, dove il Penguin compare assieme ad un Alcedo Micron. Potrebbero quindi esserci "in giro" altri esemplari, ma sicuramente in numero esiguo. Due dei quattro esemplari (quelli che ho potuto toccare con mano) hanno il gambo del piede sottile (6 mm); così sembrerebbe anche per gli altri due. Occorre dire che tre dei quattro esemplari conosciuti sono stati ritrovati in America.
All'inizio degli anni '50, prima che ORVIS diventasse l'unico importatore della linea "Pelican" negli U.S.A., il Pelican 100 era distribuito anche da alcune altre società abbastanza affermate.
I primissimi Pelican 100, come sappiamo, hanno un supporto nella parte (interna) posteriore, che tiene in guida l'alberino. Questo supporto non è più presente a partire almeno dal 1954, ed anche il Penguin ne è privo. Ciò, assieme alla sua comparsa nel sopraccennato catalogo del 1955, potrebbe approssimare la sua nascita nel biennio 1954-1955.
Sempre da cataloghi dell'epoca, veniamo a conoscenza che il Pelican 100 veniva fabbricato in tre varianti, in base al rapporto di recupero. La variante "C" è quella dal rapporto più basso (3,08:1); la "B" ha un rapporto di (3,37:1), e la "A" è la più veloce (3,65:1). Il Penguin ha il rapporto intermedio (3,37:1).
Ad avvalorare la tesi della sua costruzione da parte della ZANGI vi è anche il carter laterale, che nella parte interna è identico, con le stesse nervature e, particolare più probatorio, col medesimo "codice" del Pelican 100 e del Record 1000 ABU, ossia il numero 0169 dentro ad un cerchio, stampato nella stessa identica posizione. Questo numero, che identifica il pezzo in questione, assieme a tutto quanto detto, non lascia, a mio avviso, alcun dubbio sulla sua origine ZANGI.
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Le immagini tratte da un catalogo USA del 1955 e le ulteriori informazioni storiche sono state fornite dall'amico Sergio Di Marco che ringrazio per la collaborazione. |
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Nello stesso anno (1955)
l'Orvis 100 era in vendita
negli USA a 28,50$ mentre il Penguin era proposto a 25,00$. |
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Le cinque immagini che seguono espongono in dettaglio il mio Penguin recuperato di recente. |
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Le quattro immagini che seguono espongono il modello che riporta la dicitura "Made in Italy - Patent " di proprietà dell'amico collezionista Giuseppe Zuffada che ringrazio per la cortese collaborazione. |
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Le immagini su sfondo scuro espongono il Penguin dell'amico collezionista Claudio Lottici che ringrazio per la preziosa collaborazione. |
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Roberto Granata - ottobre 2019
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