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Questo mulinello è da sempre il più ambito e ricercato dai collezionisti di qualsiasi livello, anche i neofiti lo conoscono.
In Italia, molti raccoglitori lo posseggono e altrettanti lo vorrebbero avere. Quando ho cominciato questa attività negli anni 90, e dal momento che ho iniziato a frequentare l’ambiente delle mostre e dei raduni, questo oggetto era sempre presente nelle discussioni tra i grandi collezionisti, era “l’araba fenice”. I pochi fortunati che lo possedevano, generalmente i più facoltosi, l’avevano pagato svariati milioni di lire.
A me, andò meglio, il 10 Ottobre 2005, dovetti approntare un viaggio di 1500 chilometri, per effettuare uno scambio, lo ottenni in cambio di un Alcedo raro. Ricordo che la notte seguente non riuscii a dormire tanta era l’emozione e l’eccitazione di avere raggiunto un traguardo dettato nell’opera di Silvano Baraldi nella quale si evince questo passaggio: è uno dei più bei modelli che non possono mancare in una collezione che si rispetti!
Veniamo all’esame dell’oggetto vero e proprio, la caratteristica forma a “fanale di bicicletta” lo rende inconfondibile.
Questo mulinello venne realizzato da Cavalleri Renzo, alla fine degli anni quaranta, e poi, forse a causa del successo ottenuto, cedette il brevetto alle Officine Meccaniche Cremonesi.
Da questo dato, si può facilmente intuire che ci devono essere almeno due versioni, quella originale del Cavalleri, e la successiva “industriale” delle Officine Cremonesi.
Innovativa è la bobina, che già all’epoca, poteva vantare lo straordinario sistema a vite, che ne consentiva la sostituzione, senza variare la misura della frizione. Purtroppo questo dispositivo, ha penalizzato il pomo frizione che per ragioni di dimensionamento, risulta disagevole e inadeguato.
L’archetto è a cono, assistito da un eccentrico in acciaio brunito che a sua volta e comandato da una camma a forma di cuore, il tutto ha un aspetto delizioso.
La rotazione è garantita da una smisurata coppia di ingranaggi conici; l’alberino e sostenuto e guidato da una bussola in acciaio alloggiata in fondo al cono del corpo, il movimento assiale è generato dal classico perno eccentrico fissato sulla corona. L’antiritorno, non disinseribile, è del tipo con molla a torsione, che garantisce un sistema di “antiritorno infinito”, tale sistema venne poi utilizzato da molti produttori ad esempio: Luxor, Crack. |
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Ho voluto smontare il mio modello perché non ho mai visto, in nessuna pubblicazione, l’esploso che ne mostri la meccanica interna.
Il motivo secondo me, è che viene eseguita da meri “smontatori”, che di solito non hanno ne le nozioni, ne le capacità o il coraggio che occorrono per operare su pezzi di questa entità. La mia esperienza di attrezzista, e parallelamente di riparatore e restauratore di mulinelli antichi, mi permettono l'esecuzione di operazioni delicate come questa.
Per dovere di cronaca, devo ricordare che sono state rinvenute delle bobine verniciate, questo fatto ci induce ad ipotizzare che potrebbero esistere anche delle versioni verniciate. |
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Renzo Di Paolo - giugno 2014 |
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